Broccoli, rape, mais, fave, fagioli, mele, susine, pesche, albicocche e viti popolavano in passato le braide del Gemonese. Oggi gran parte delle varietà autoctone, frutto di selezioni naturali dovute al clima e alle preferenze alimentari di un tempo, sono state dimenticate o sostituite da varietà selezionate e talvolta esotiche.
Per riportare la biodiversità di specie antiche – e probabilmente meno problematiche – in orti e giardini locali, avrà inizio un «corso di orticoltura tutto speciale». Venerdì 17 febbraio, alle ore 20.30 presso la sala conferenze del Centro sociale di Artegna il tecnico agrario Angelo Mattiussi, che da anni collabora con l’Ecomuseo delle Acque per la formazione e la divulgazione di pratiche agronomiche sostenibili, insegnerà «a propagare l’insalata della nonna, il fagiolo del nonno tramandato di padre in figlio, la vecchia pianta di susine, così buone ma che rischiano di scomparire, e tante altre prelibatezze che potranno ritornare sulle nostre tavole grazie alla passione – da attivare – e alle conoscenze – da acquisire – di nuovi ortolani “custodi di semi”».
Finalizzato a un progetto didattico promosso dal Comune di Artegna con la collaborazione dell’Ecomuseo, il corso vuole formare persone disposte a “prendersi cura” di alcune aiuole che verranno allestite nel centro cittadino, con esposizione delle specie autoctone ancora presenti negli orti familiari, spesso abbandonati.
L’iniziativa si articolerà in tre lezioni, il venerdì sera presso il Centro sociale di Artegna, e in due laboratori sul campo, in programma il sabato pomeriggio. Agli iscritti verrà richiesto un contributo spese. Per informazioni ed iscrizioni: 338.7187227, info@ecomuseodelleacque.it.