Il capitano della Serenissima Giulio Savorgnan costruì, comandò e combattè nel Cinquecento lasciando grandi capolavori dell’architettura militare europea (mura, bastioni, baluardi, fortezze), da Bergamo a Peschiera, dalla Dalmazia a Cipro, da Venezia a Palmanova.
Flavia Valerio e Alberto Vidon, autori del libro Giulio Savorgnan. Il gentiluomo del Rinascimento e le fortezze della Serenissima ne tracciano «una biografia al tempo stesso appassionata e rigorosa», come scrive lo storico Alessandro Barbero nella prefazione al volume.
Giovedì 12 aprile, alle ore 20.30, presso l’Auditorium San Michele a Gemona, gli autori presenteranno la loro opera attraverso un dialogo con Elisa Dalla Mea.
Ci si potrà così accostare a un gentiluomo esperto di tecnologia e abile ingegnere, ma nello stesso tempo anche aristocratico che esprime pienamente il suo tempo e il suo ceto: un mondo assai diverso dall’attuale, in cui l’onore e la famiglia occupavano un posto centrale. Sulla rocca di Osoppo, luogo di riferimento di tutta la sua vita, Giulio aveva allestito un laboratorio in cui si dedicava alla progettazione di «macchine ingegnose» e di sistemi difensivi. Qui accoglieva ospiti di alto lignaggio, talora appassionati come lui di scienza e tecnica.
Il libro aiuta a colmare una lacuna che permane nelle storiografie “locali”, in cui si dedica generalmente poco spazio al periodo della dominazione veneziana (oltre 370 anni), sottovalutando l’evoluzione degli aspetti politici, sociali ed economici che interessarono la Patria del Friuli. Da questo scenario un po’ appiattito la figura di Giulio emerge con «un sentore di pacata nobiltà e saggezza», come scrive lo storico Angelo Floramo nella postfazione, qualità che bilanciano l’arroganza nobiliare della potente famiglia Savorgnan.
L’incontro è promosso dall’Associazione storico-archeologica-culturale “Valentino Ostermann”.