Presso la Casa del Pellegrino, l’ampio edificio da tempo inutilizzato situato accanto al Santuario di Sant’Antonio, venerdì 13 giugno 2014 è stato inaugurato l’Emporio amico «Di man in man».

Che cos’è l’emporio «Di man in man»?

È uno “spazio alternativo del riuso solidale”. Non è un attività commerciale, ma un centro per la raccolta, la messa a disposizione e lo scambio, a fronte di un’offerta minima, di abiti e accessori usati per uomo, donna e bambino, biancheria per la casa, oggetti per uso domestico, piccoli elettrodomestici e giocattoli. Vuole essere un punto di incontro aperto a tutti. Sebbene l’idea di promuoverlo sia nata soprattutto a seguito di un’attenta riflessione sul fenomeno delle povertà, il “negozio” non si rivolge solo a quanti, per la loro situazione economica, necessitano di acquisire beni in modo diverso dal consueto. È rivolto anche a consumatori rispettosi dell’ambiente, sensibili e attenti ai valori e alla pratica del riciclo al fine di ridurre gli sprechi.

Quali sono gli intenti del progetto?

L’offerta minima prevista intende dare dignità a chi si trova in condizione di bisogno: l’emporio offre ai suoi fruitori la possibilità di “scegliere ciò che piace”, responsabilizzando coloro che ricevono e dando un giusto valore alle cose. Gli utili derivanti dalle offerte raccolte sono destinati a progetti di contrasto delle povertà o per sopperire a richieste di aiuto economico, per esempio al pagamento di bollette o di spese d’emergenza.

Com’è nato il progetto?

È nato con un’iniziativa promossa nel 2011 dal Coordinamento delle Associazioni Culturali e di Volontariato Sociale all’interno del progetto «Rimuovere gli ostacoli»: una mappatura delle realtà che a vario titolo, nel territorio del Gemonese, sono impegnate in attività di contrasto al fenomeno della povertà. A questo lavoro ha fatto seguito il percorso formativo «Operare nel campo delle povertà», svoltosi tra novembre 2012 e marzo 2013. Il percorso ha favorito il confronto tra diverse associazioni e tra associazioni e Servizio sociale dei Comuni del Gemonese, del Canal del Ferro e della Val Canale e ha fatto emergere la necessità di creare un centro per evitare la dispersione di risorse e la sovrapposizione di interventi.

L’emporio nasce quindi per rispondere ai bisogni emergenti nel territorio?

Nasce per far fronte alle sempre più numerose richieste di singoli e famiglie che non dispongono di redditi sufficienti per acquistare nei consueti negozi beni come abbigliamento e oggetti di uso domestico. Nasce anche per affrontare in modo non assistenzialistico il problema delle povertà. La necessità di dare avvio al progetto è stata condivisa e discussa in occasione degli incontri del tavolo tematico sulla fragilità economica, abitativa e lavorativa promosso dal Servizio sociale dei Comuni nell’ambito del Piano di Zona 2013-2015.

Quali sono le altre realtà promotrici o coinvolte nel progetto?

Le associazioni coinvolte nella progettazione e nella gestione dell’emporio, formalmente assunta dalla Caritas Diocesana di Udine, sono l’AVULSS, il Centro di Aiuto alla Vita, l’Associazione Volontari «San Martino» di Artegna, il Comitato per la solidarietà di Osoppo, il Gruppo Caritas della Parrocchia di Santa Maria Assunta, l’intero Coordinamento delle Associazioni. Anche singoli volontari hanno manifestato la loro disponibilità a collaborare.

Quali sono gli orari di apertura dell’emporio?

Il centro è aperto il mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 17, il lunedì e il sabato dalle ore 10 alle ore 12. Per informazioni è possibile chiamare il numero 340 – 8614598.

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Rassegna stampa

12.06.2014 | Friuli Collinare

13.06.2014 | Il Gazzettino

13.06.2014 | Ciesse Informa

13.06.2014 | La Vita Cattolica

13.06.2014 | Intervento della responsabile del Servizio sociale dei Comuni – Antonella Nazzi

19.06.2014 | La Vita Cattolica

19.06.2014 | La Vita Cattolica – Speciale

giugno 2014 | Il Sfuei

dicembre 2014 | Il Sfuei